mercoledì 10 novembre 2010

I.4 - L'arte della tristezza

I miei vecchi scritti erano molto più briosi. Certo, non mancavano lamentele e piagnistei, ma anche quelli erano creati con un certo piglio artistico, o almeno credo. Mi rendo conto invece che questo diario è una sequela di piccole lagne e, fatto ancor più grave, non ho nemmeno la volontà di cambiare registro.
Oggi è arrivata la mia prima busta paga. Prima o poi ne parlerò, ma non credo di essere ancora pronto per farlo. In ogni caso, è la definitiva sanzione del mio essere impiegato, nonché il miglio che indica la fine del mese #1 di lavoro (in realtà è già qualcosa in più).
Di tutte le cose che avevo in programma di fare in questo periodo e che invece non ho ancora fatto, quella che forse mi pesa di più è la sostanziale assenza della musica dalla mia vita: non sono ancora riuscito ad organizzare nemmeno una prova e la cosa inizia ad infastidirmi parecchio.
Se prima avevo una sincera ammirazione per quelli che, pur lavorando 40 ore a settimana, riescono comunque ad esprimersi artisticamente, in qualunque maniera, ora la mia è una vera e propria venerazione. Tornare a casa quando già fa buio e pensare di dirigere una banda di musicisti anarchici è davvero difficile, ma devo provarci a tutti i costi.
Anche ritornare a giocare con regolarità a pallacanestro dopo la bellezza di otto anni non è cosa semplicissima e benché le sgambate bisettimanali mi facciano davvero bene, al fisico e all'umore, devo ammettere che sono proprio scarso e a meno di clamorosi favoritismi del fratello-allenatore, quest'anno scalderò la panchina per lunghissimi minuti...

2 commenti:

  1. mi sono venuti in mente i tuoi magici passaggi no-look no-where di quando avevi gli occhiali arancioni (e io ne avevo forse di ben più orrendi di plasticaccia bianca ;-).Bil(ly) Laimbeer

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  2. Ma le mie specialità erano e restano il tunnel al difensore e il passaggio contro tabellone...
    ...ricordo distintamente una panchina intera alzarsi ad applaudire e l'allenatore, già in piedi, incrociare le mani in direzione del tavolo*. In tempi non sospetti, avevo l'X factor!

    *per i feticisti che leggono i commenti e che tuttavia non capiscono di pallacanestro: è il gesto con cui si chiama la sostituzione...

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