lunedì 1 novembre 2010

PROLOGO

Di una cosa ero certo: nella mia vita, non avrei mai fatto l'impiegato.
Lo stesso ritornello tutti i giorni, una vita sedentaria e piena di abitudini, uno stipendio modesto ed un affitto da pagare: cose insopportabili per uno come me, alla costante ricerca di novità e di sorprese, persino di problemi, a volte. E invece...
Oggi compio ventisette anni, l'età in cui muoiono le grandi rockstar. Da circa un mese ho iniziato a lavorare in un ufficio, appena oltre il confine. Ratti italiani, ci chiamano. Ed hanno anche ragione.
Questo è il mio diario. O il mio romanzo?

4 commenti:

  1. sono sicura che sarà un romanzo interessante, nonostante tutto!
    :)

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  2. Ciao T.
    ti consiglio la lettura di un articolo al limite dell'analfabetismo funzionale...
    http://www.tio.ch/aa_pagine_comuni/articolo_interna.asp?idarticolo=595819&idsezione=1&idsito=1&idtipo=3
    con la disarmante morale nascosta "gli italiani piu' simili a noi ( il cognome) e quelli che hanno voglia di lavorare davvero ( in azienda 12 ore )non se la prendono per i manifesti.

    Peccato sia siano dimenticati che su quei manifesti ci sia scritto "il 60% dei crimini sono commessi da stranieri" e a fianco allo sfaccendato rumeno ci siano un frontaliere e il ministro delle finanze.
    Ora, gia' mi fa girare le scatole chi punta a caso il dito contro i rumeni ma sostenere che io che sono residente da due anni in svizzera tedesca o mia madre che fa la frontaliera abbia qualcosa a che fare con quel 60% mi fa semplicemente incazzare.

    Mentre sullo scudo fiscale che secondo loro minacciava le "banche svizzere" dimostrano veramente una idiozia rara.
    Lo scudo è discutibile perchè di fatto è stata un'agevolazione notevole al riciclaggi odi denaro sporco ma ha coinvolto i capitali italiani esportati illegalmente, soldi che comunque sia in Svizzera non avrebbero dovuto andarci.

    Grazie a dio dove sto io il clima è molto piu' internazionale e in due anni di episodi razzisti ne ho solo subiti un paio... e nemmeno troppo gravi...

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  3. Ciao Anonimo!
    Premetto che questo blog ha un carattere molto personale e che non era mia intenzione entrare nello specifico socio-politico della situazione frontalieri, ma mi rendo conto che ci sono dentro fino al collo, quindi posso aggirare la questione fino a un certo punto.
    Io non me la prendo troppo con i manifesti perché so che non tutte le persone la pensano così, anzi. E' noto che alcuni svizzeri ce l'hanno con gli italiani, alcuni italiani coi rumeni, eccetera... e il fatto che la Svizzera sia in cima alla priamide economica e che quindi difficilmente uno svizzero cerchi lavoro oltre confine non fa che aggravare la situazione.
    La mentalità dell'imprenditore comasco non è certo la mia, ma ha ragione quando dice che è la necessità a spingere gli italiani all'estero: sono certo che la maggior parte di loro preferirebbe restare (a vivere e a lavorare) in Italia.
    E' un problema molto complesso e davvero non mi va di discuterlo qui, tantomeno oggi, in cui i miei pensieri sono occupati da altre cose, forse meno importanti per la comunità, ma significative per me.
    Grazie comunque del tuo commento.

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